...O almeno, parte del programma svolto dalla mia classe. Ecco alcuni concetti chiave. Spero vi siano utili. (vi consiglio di scaricare il file Word)
CCV
Linee di campo
Per
osservare l’andamento nello spazio del campo elettrico E si costruiscono le
cosiddette linee di campo. Queste si
costruiscono spostando la carica di prova q di volta in volta nel verso del
campo elettrico, fino ad avere una serie di linee spezzate che, se considerate
come infinitesime, possiamo descrivere con una linea curva. Affermiamo quindi
che una linea di campo è una linea
orientata le cui rette tangenti in ogni suo punto indicano la direzione del
vettore campo elettrico.
Il flusso
Il flusso di
un liquido attraverso una superficie dipende dalla velocità del liquido e dalla
sezione del tubo, cioè la superficie attraversata dal liquido in movimento. Si
definisce quindi la portata P del tubo, cioè la quantità di liquido che passa
dal tubo ogni secondo, come P=vS
Per
calcolare il valore del flusso è necessario introdurre un secondo vettore, il
vettore velocità: il versore n ovvero un vettore di modulo unitario
perpendicolare alla superficie. Se α è l’angolo tra v ed n, definiamo allora il
flusso del vettore velocità del liquido come il prodotto scalare del vettore
velocità v e del versore n, moltiplicato per il valore S della superficie: φ =
v n S = v S cosα
Il flusso del campo elettrico E
attraverso una superficie S è il prodotto scalare del vettore E e del
versore n, perpendicolare alla superficie, moltiplicato per il valore S della
superficie: φE = E n S = E S cosα = Nm2/C
Se la
superficie non è piana e il campo non è costante, è necessario suddividere
idealmente la superficie in parti molto piccole, in modo da poterle considerare
piane e da poter considerare il campo costante su ognuna di esse. Su ciascuna
superficie ΔSi possiamo così calcolare il flusso infinitesimo φi
= Ei ni ΔSi e sommando i flussi attraverso
tutte le singole superfici si ha φE = Σ Δφi
Il teorema di Gauss
Sapendo che
il campo elettrico è uguale per tutti i punti della sfera, si può scrivere:
φE = Σ Δφi = E (ΔS1 + ΔS2
+ ΔS3 + …) = ES
dove S è
l’intera superficie sferica, uguale a 4
r2. Possiamo
quindi riscrivere il flusso del campo elettrico come:

φ = Σ Ei ni ΔSi =
= 



Il
flusso quindi non dipende dal raggio della sfera, ma solo dalla carica sorgente
del campo e dal mezzo. Se la carica è positiva il flusso è positivo (uscente),
se è negativa è negativo (entrante).
Il
teorema di Gauss afferma quindi che il flusso φE del campo
elettrico E attraverso una superficie chiusa è uguale alla somma algebrica
delle cariche contenute all’interno della superficie, diviso la costante
elettrica del mezzo in cui si trovano le cariche. Se si trovano nel vuoto si
ha: φE = 

Campi a simmetria sferica
Vi
è un’importante applicazione del teorema di Gauss relativamente a un campo
elettrico generato da una carica Q distribuita uniformemente in una sfera
(sostanzialmente una sfera omogena di carica Q). Data la simmetria sferica del
problema, il campo elettrico E:
-
È diretto radialmente, cioè presenta una
simmetria sferica
-
Ha un’intensità uguale in tutti i punti
equidistanti dal centro della sfera
-
Ha verso uscente, se si considera Q positiva
Per
calcolare l’intensità del campo, applicando il teorema di Gauss, si deve
calcolare il flusso attraverso un’opportuna superficie chiusa. Prendendo una
superficie sferica ideale di raggio r concentrica alla sfera di carica Q e che
la racchiuda completamente e calcoliamo il flusso del vettore campo elettrico
E:
φE =
= E n S = E S = E 4
r2


si
ha quindi:
E =



Cioè
la stessa espressione del vettore campo elettrico generato da una carica
puntiforme, posta al centro della sfera.
Campo elettrico generato da una
distribuzione lineare omogenea e infinita di carica
Consideriamo
una distribuzione lineare omogenea di carica, cioè che abbia una densità
lineare di carica λ costante. Indicando con l la lunghezza della distribuzione
e con Q la carica, la densità è definita come
λ = Q/l = C/m (unità di misura)
La
distribuzione lineare delle cariche implica che in ogni punto dello spazio il
campo sia perpendicolare alla direzione della distribuzione di carica e abbia
uguale intensità in tutti i punti equidistanti dalla distribuzione.
Scegliamo
una superficie cilindrica con asse coincidente con la distribuzione di carica,
altezza h e raggio r. Il campo ha infatti una simmetria di tipo cilindrico,
cioè la distribuzione di carica è invariante per traslazioni della direzione
definita dalla distribuzione di carica e rotazioni con asse coincidente con la
distribuzioni di carica. Il flusso del campo elettrico è nullo attraverso le
basi del cilindro perché esso è parallelo ad essere; il flusso totale è dato
perciò dal flusso attraverso la superficie laterale SL del cilindro:
φE = E SL = E2
rh

dove
E è il valore del modulo del campo elettrico. D’altra parte, applicando il
teorema di Gauss si ottiene:
φE =
= 


uguagliando
le due equazioni si ottiene che E = 

Campo elettrico generato da distribuzioni
piane infinite di carica
Studiamo
ora il campo generato da una distribuzione piana infinita omogenea di carica,
cioè una distribuzione che abbia una densità superficiale di carica σ costante
per cui σ =
= C/m2

Supponiamo
che le cariche siano positive ed occupino un piano infinito.
Sapendo
che
-
Il campo è simmetrico rispetto al piano
che contiene la distribuzione, perciò il vettore campo elettrico è
perpendicolare al piano della distribuzione e con modulo uguale in punti
equidistanti dalla distribuzione e di verso opposto nei due semipiani
-
La distribuzione è invariante per
traslazioni in qualunque direzione parallela al piano della distribuzione
Per
calcolare il campo elettrico in un punto P che si trovi a distanza d dal piano
non resta che applicare il teorema di Gauss e calcolare il flusso del campo
elettrico attraverso un cilindro, questa volta disposto perpendicolarmente al
piano di distribuzione delle cariche. Il flusso è nullo attraverso la
superficie laterale; l’unico flusso si ha attraverso le due basi, per cui:
φE = E2S (S: superficie di base del cilindro)
Applicando
il teorema di Gauss e ricordando la definizione di densità superficiale di
carica, si ottiene:
φE =
= 


si
ha così il campo generato da una distribuzione superficiale di carica di
densità σ:
E = 

Il
vettore campo elettrico generato dalla doppia distribuzione di cariche è, in
ogni punto, dato dalla somma vettoriale dei due campi creati. Perciò nei punti
esterni alle due distribuzioni esso è nullo, mentre in quelli interni è doppio,
quindi:
E = 

L’energia potenziale e il potenziale
gravitazionale
Il
campo gravitazionale è conservativo perché è conservativa la forza
gravitazionale. Considerato ciò, è possibile definire, per una massa puntiforme
M, una funzione energia potenziale
che ha l’espressione:
U = - G 

È
possibile definire una funzione, il potenziale
gravitazionale, che è indipendente dalla massa di prova m:
V =
= - G 


Il
potenziale, come il campo, dipende solamente dalla massa sorgente del campo e
dalla sua posizione. Il potenziale gravitazionale, come l’energia potenziale, è
definito a meno di una costante, scelta in modo che il potenziale si annulli
quando il corpo è posto a distanza infinita dalla massa M. L’unità di misura
del potenziale gravitazionale è J/kg.
La
conoscenza del potenziale permette di calcolare l’energia potenziale
gravitazionale di un qualunque corpo di massa m posto in un campo
gravitazionale in un punto A rispetto al livello di riferimento attraverso la
relazione U(A) = m V(A).
L’energia potenziale e il potenziale
elettrico
Anche
per il campo elettrico è possibile definire una funzione energia potenziale elettrica. Attraverso questa funzione
possiamo esprimere il lavoro della forza elettrica per spostare una carica q da
un punto A a un punto B distanti rispettivamente RA ed RB
da una carica Q sorgente del campo. Il
lavoro per spostare la carica q dal punto A al punto B nel vuoto è uguale alla
differenza tra le energie potenziali elettriche calcolate nei punti A e B:
LAB = U(A) – U(B) = 

Per
cui:
U(A) = U(B) + 

Posta
uguale a zero l’energia potenziale di una carica posta a distanza infinita
dalla carica sorgente Q:
U(B) = 0 quando RB -> 

Si
ha:
U(A) = 

In
cui U rappresenta il lavoro compiuto dalla forza elettrica per portare la
carica q dal punto A ad una distanza infinita. Se sono presenti più cariche
elettriche, l’energia potenziale del sistema di cariche è data dal lavoro
necessario per costruire il sistema portando ogni singola carica da un punto
infinitamente distante al punto da essa occupato. Questo lavoro è uguale alla somma delle energie potenziali dovute a
tutte le possibili coppie di cariche.
È
possibile definire una funzione, il potenziale
elettrico di una carica puntiforme in un punto P, come il rapporto tra
l’energia potenziale e la carica posta nel punto; nel vuoto è uguale a:
V = U/q =
unità di misura: volt (V = J/C)

Le superfici equipotenziali
È
utile rappresentare graficamente l’andamento del potenziale attraverso le
superfici equipotenziali; una superficie
equipotenziale è il luogo dei punti aventi uno stesso valore del potenziale.
Per ogni campo elettrico esistono infinite superfici equipotenziali,
corrispondenti a tutti i possibili valori che il potenziale assume nello
spazio. Il lavoro compiuto da una forza elettrica per spostare una carica su
una superficie equipotenziale da un punto A ad un punto B è nullo in quanto LAB
= U(A) – U(B) = q[V(A) – V(B)] = 0 in quanto V(A) = V(B). Sapendo quindi
che il lavoro è definito come L = F s = q E s cosα e che esso si annulla per α =
90° si conclude che il vettore campo elettrico
è perpendicolare in ogni punto alle superfici equipotenziali.
CAMPO
|
COSA LO CREA?
|
DA COSA DIPENDE?
|
RELAZIONE
|
Gravitazionale (g)
|
Massa (m)
|
Distanza (r)
|
g =
![]() |
Elettrico (E)
|
Carica (q)
|
Distanza (r)
Caratteristiche del
mezzo (k)
|
E =
![]() |
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